NOTIZIE Amianto Roma
Notizia del giorno 23 aprile 2020:
SALUTE ONA NOTIZIARIO
Un’altra vittima di mesotelioma nelle Ferrovie – (Comunicati Stampa)
Diventa definitiva la condanna per omicidio colposo inflitta dal Tribunale di Vercelli ai titolari di una impresa, dopo la morte di un’operaia. La sentenza è stata confermata dalla Corte d’Appello di Torino.
La donna, addetta allo smontaggio degli arredi di carrozze ferroviarie, era affetta da mesotelioma pleurico, come conferma l’esame istologico.
I colleghi di lavoro della defunta hanno testimoniato che nel reparto si liberavano polveri di amianto con l’uso del trapano e dello svitatore. Non c’era un impianto di aspirazione, mentre la decoibentazione è entrata in funzione soltanto in un secondo momento.
Significativa, in tal senso – si legge nel comunicato -, la sentenza 12151/20 depositata il 15 aprile scorso, dalla Quarta sezione penale della Cassazione. Secondo la Corte Suprema, quando non è possibile stabilire “il momento di innesco irreversibile del mesotelioma pleurico” e tenuto conto che “è irrilevante ogni successiva esposizione all’amianto”, il datore di lavoro va condannato per omicidio colposo.
Infatti, l’amianto, può provocare patologie tumorali anche a basse dosi, come in questo caso. Per questo, la condanna.
Il mesotelioma è un tumore causato esclusivamente dall’inalazione di fibre di asbesto.
La malattia insorge anche a distanza di anni dall’esposizione alle fibre di amianto. I tempi di latenza variano dai 20 ai 40 anni.
In questo caso non ci sono dubbi sull’origine professionale della malattia. Sono state escluse altre cause come il tabagismo. Manca, inoltre, un elemento causale alternativo che abbia potuto innescare il tumore.